Il tessile è ad oggi il quarto settore per maggior uso di materie primarie e acqua (dopo alimentazione, costruzioni, trasporti) e  la produzione mondiale di fibre tessili è destinata ad aumentare in maniera esponenziale. Se non si agisce con prontezza, proponendo dunque modelli sostenibili, anche la quantità di scarti e la quantità di prodotti tessili che a fine vita verranno dismessi come rifiuti corrono il rischio di aumentare in maniera esponenziale.

Serve quindi trovare alternative per limitare l’impatto ambientale dell’industria tessile. L’economia circolare, a svantaggio di un’economia lineare, può essere una risposta: riduzione, riutilizzo, rigenerazione.

Occorre che, soprattutto a partire dall’età scolastica, ogni persona accolga l’idea del prendersi cura, dell’importanza del riutilizzo, del saper ricreare con le risorse già esistenti senza dover sempre ricorrere al nuovo. Dare vita ad oggetti di scarto che non aspettano altro che cambiare forma può essere un’azione concreta che contribuisce ad un modello di economia circolare.

E’ in quest’ottica che le classi 1N/1M della scuola secondaria di I grado G.Verga di Torino (IC Regio Parco) hanno affrontato il delicato tema proponendo un’attività laboratoriale che possa fungere da modello per il riciclo di scarti dell’industria tessile e non solo, portando avanti in parallelo gli obiettivi disciplinari.

La classi interessate, nell’ambito disciplinare di Matematica, ed in particolare della conoscenza delle unità di misura, hanno dunque intrapreso l’attività di riutilizzo e rigenerazione di scarti di lavorazione di una bottega che fabbrica tendaggi. Obiettivo: la realizzazione di un metro con gli sfridi.

Ecco che (ri)nasce lo SFRIDO-METRO!

Ecco che in questo modo entrano in gioco:

• La conoscenza dei materiali di scarto riutilizzabili in ambito creativo;
• La sensibilizzazione sulla pratica del riutilizzo e della rigenerazione creativa, nonostante si tratti di oggetti che sembrino rifiuti;
• La capacità di saper valorizzare il materiale di scarto;
• Il senso di precisione e la manualità fine.

Ogni gruppo, composto da due alunni, ha realizzato due sfrido-metri, riutilizzando e rigenerando “fettucce” di scarto provenienti da sfridi di lavorazione di tendaggi. Dopo aver creato gli sfrido-metri, ha riutilizzato inoltre dei tappi di bottiglia in plastica con lo scopo di riporre al suo interno i metri arrotolati, agevolandone dunque il trasporto e la conservazione.

Le piccole cose sono responsabili dei grandi cambiamenti.
(Paulo Coelho).

Lo sfrido-metro è una piccola cosa. Un piccolo esempio di ciò che si può fare nell’ambito del ricircolo. Ma il processo per ottenerlo e l’approccio alla base rappresentano la chiave per un modello sostenibile e replicabile che può avere un grande impatto a lungo termine.

L’azione proposta sarà consultabile attraverso un video fotografico caricato sul sito dell’Istituto Comprensivo.