25.11.2022 – Bottega Altromercato – Via XX Settembre 67 – Torino

Dalle 18.00 alle 19.30 – LABORATORIO > SAI DAVVERO COSA TI METTI ADDOSSO?

LETTURA PARTECIPATA DELLE ETICHETTE DI COMPOSIZIONE DEI NOSTRI VESTITI. A cura di Sara Conforti, Artista, progettista culturale e fondatrice di hòferlab ass. culto. In collaborazione con Associazione Tessile e Salute – Biella

Incontro inserito nel calendario della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR)La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti nasce all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’ obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, i consumatori e tutti gli altri stakeholder circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti.

Sai cosa davvero ti metti addosso? è il laboratorio interattivo a cura di Sara Conforti e Hòferlab ass. culto. in collaborazione con l’Associazione Tessile e Salute di Biella lettura alla partecipazione delle etichette dei vestiti che indossiamo e che diventa occasione per dialogare e fare economia circolare partendo da un’azione concreta. Un workshop dedicato a coloro che vogliono saperne di più sui nostri abiti, per scoprire insieme di “che cosa sono fatti” attraverso un’analisi partecipativa dei loro ingredienti.

Un viaggio collettivo backstage del fashion system che offre ai/tutti i partecipanti l ‘ opportunità di acquisire informazioni utili sugli impatti ambientali, sociali, eco-tossicologici e psicologici determinati dalle filiere avvicina globali produttive della moda al fine di consumo (gradatamente) ad critico e responsabile. Perché l’acquisto è un atto morale oltre che politico.

(LABORATORIO RIASSUNTO)

L’ etichetta di composizione fibrosa (quella bianca cucita all’interno del capo per intenderci) all’atto dell’acquisto non si legge mai e spesso la si decapita appena giunti a casa. Tanto non si capisce nulla! L’ etichetta di composizione fibrosa di un capo d ‘abbigliamento dovrebbe essere la sua carta di identità. O meglio il suo SPID. informarci rispetto ai passaggi di produzione della filiera in cui è staro realizzato il nostro capo: dove e da chi è stata prodotta la materia prima, dove e da chi è stata filata e tessuta; dove e da chi è stato tagliato e cucito il capo; quali prodotti e sostanze chimiche sono state impiegate per tingerlo, finirlo, decorarlo, o scolorirlo; come e da chi è stato trasportato e confezionato. Tutte le indicazioni relative ad una lunga catena di fornitura che dovrebbe essere trasparente. E invece no lo è. Tutte le indicazioni che ad oggi nelle etichette non compaiono.‘ ambiente, sui lavoratori e lavoratrici e sugli stessi consumatori e consumatrici. Di primaria importanza è poche imparare a saper leggere anche le informazioni che l’ etichetta per ora contiene queste perché possono comunque orientarci nelle nostre scelte e stimolarci a domandare maggiore chiarezza e trasparenza della moda globale. E ai brand della fast fashion in particolare.

SARA CONFORTI – ASSOCIAZIONE CULTURALE HÒFERLAB

Artista – Progettista culturale. Autrice di progetti performativi, di ricerca artistica e di scultura sociale che hanno come focus l’ abito che da oggetto-simbolo della nostra vorace identità società del consumo, diventa soggetto-perno capace di stimolare riflessioni profonde intorno all’individuo e collettivo grazie alla riattivazione del processo di reminiscenza. Esperta nella creazione di salute e benessere attraverso il design di pratiche artistiche e culturali. Consulente e docente ai temi degli impatti ambientali e eco-tossicologici delle filiere tessili globali. Fondatrice e già Presidente di hòferlab, associazione culturale nata nel 2012 per costruire progettualità volta alla connessione della cultura della moda etica con il sistema sociale, artistico e produttivo. l’ associazione lavora in networking con importanti stakeholder della cultura, dell’istruzione e della presenti sul territorio regionale e all’organizzazione di workshop, corsi di formazione, seminari, convegni e rassegne per un cambiamento sistemico nello stile di vita, consumo e produzione un favore di modelli più responsabili